Il Cantico dei Cantici

Riporto qui di seguito una parte di un poema contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana. Si trova nell’ Antico Testamento. Nell’ebraismo il Cantico veniva letto durante la Pasqua. E’ un poema bellissimo! Attribuito al re Salomone. Sono una serie di dialoghi tra lui e la sua amata sposa. Descrive un amore che, nonostante presenti delle sfumature sensuali e riporti ad immagini erotiche di vita terrena, ha per l’autore un’ origine divina e pura.

Il capitolo che riporto è il quarto. Mi è  stato dedicato il giorno del mio compleanno, non da uno sposo : ), ma da una carissima Amica che ora non è più tra noi.  Una donna che mi ha lasciato un bellissimo ricordo perché era una di quelle persone che al primo sguardo aveva già capito chi sei.

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Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.

I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.

Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.

I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.

Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell’incenso.

Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.

Vieni con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Osserva dalla cima dell’Amana,
dalla cima del Senìr e dell’Ermon,
dalle tane dei leoni,
dai monti dei leopardi.

Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!

Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L’odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.

Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.

Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.

I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo
con ogni specie d’alberi da incenso;
mirra e aloe
con tutti i migliori aromi.

Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
e ruscelli sgorganti dal Libano.

Ed essendo appassionata di pittura, non posso fare a meno di riportare un quadro di Chagall, un pittore russo che fin dalla giovinezza fu affascinato dalla Bibbia, da lui considerata come la più importante forma di poesia e di arte.

 

Il quadro si trova nel Museo nazionale del Messaggio Biblico di Chagall a Nizza. Rappresenta proprio il quarto poema. Lo sposo e la sposa sono raffigurati sopra un cavallo alato. I colori caldi del rosa e del rosso acceso rappresentano la passione e la forza dell’amore. Le figure danzanti e sospese nel cielo sono tipiche dei quadri di Chagall.

 

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